Ermal al concertone: perfezione, musica e carezze

Mi vengono le lacrime. Mi vengono le lacrime agli occhi e ancora non ho iniziato a scrivere. E lo so, stavolta, lo so da dove iniziare. Forse non so come, o non so quando, o non so cosa, ma so da dove. Da qui. Da questo luogo bellissimo. Da questa casa bellissima. Da questa anima bellissima. E dalla sensazione di pienezza che ho nel cuore. pienezza totale, completa, irripetibile. Perché, quando poi si realizzano i sogni, forse le parole non bastano. Perché, quando accade e poi succede, ti piace rimanere senza fiato dentro alle parole, a sapere che era molto, ma molto e molto meglio di come l’avevi immaginato,oltre qualsiasi fantasia, al di là di qualsiasi ipotesi… ma anche aspettarlo è incredibile. Perché possiamo viverlo altre mille volte. Immaginandolo, vivendolo, ricordandolo. E questi giorni sono incredibili. I giorni in cui ci credi, ma non ci credi, ti pare impossibile, ma ti pare possibile, sai che è vicino, ma hai paura che sia troppo lontano e avverti ogni istante, ogni secondo, ogni momento di vita scorrerti sulla pelle e sotto la pelle, per ritrovarti con una sensazione pienissima di pienezza. Piena, totale, incredula e grata. Talmente grata alla vita, talmente grata al mondo e talmente grata al destino, talmente grata a tutto, talmente grata anche al dolore. E non c’è dolore. Adesso non c’è più dolore. E non c’è più tristezza. Non è solo una gioia superficiale quella che provo, quella che mi fa urlare, restare senza fiato, con il cellulare stretto in mano, quella che si manifesta con le lacrime agli occhi e con la voglia di dirlo al mondo intero e di scriverlo per crederci, che un attimo prima non c’era e l’attimo dopo si spalanca il mondo, questa felicità non è solo gioia e non rimane solo alle labbra, agli occhi, alla pelle, è interna, interiore, si realizza in qualsiasi momento, anche mentre non urli e persino mentre dormi. È una felicità profonda, lunga, persistente,che si rinnova e che si espande in ogni angolo del cuore e che fa da sottofondo, da colonna sonora, da sfondo e da primo piano di qualsiasi azione. Qualsiasi cosa fai, dici, pensi, quella felicità è lì. Intatta, incredula, bellissima, capace di rinnovarsi,di non svilirsi, di non cambiare mai con il passare del tempo, perché può essere mutato il mondo, persino il nostro mondo, ma c’è una cosa che non è mai cambiata ed è l’immensa, totale e insostituibile felicità che provo nel sapere che cazzo è vero,che l’attesa è finita, che ormai sono a un passo da molte cose e domani potrebbe essere il giorno migliore della mia vita. perché non cambia mai l’effetto benefico di Ermal, della sua sublime e completa perfezione, perché la perfezione è umana ed esiste, della sua musica che ci fa vibrare sempre le corde giuste e delle carezze che ci fa sull’anima con le sue sorprese e con la sua incontenibile e vibrante felicità di questi giorni,di questi mesi,che vibra nella voce e che si sente il sorriso in ogni sillaba. Ermal è felice. Noi siamo felici. Io sono felice. Io sono felice, io sono immensamente felice. E oggi, qui, quando questo dovrebbe essere il racconto dell’incredibile giornata di ieri, diventa racconto della giornata di domani, e di martedì, e di mercoledì, posso immaginarle, posso sentirle, posso vibrarle. Questo è il passato. Ora è il presente. Ed è già il futuro. Il futuro che vivremo, il futuro che ci fa tremare, il futuro che ci scuote alle fondamenta, il futuro che è già realizzazione. Perché questo è il racconto,il tentativo del racconto, del concertone, eppure non può non essere il racconto di ciò che sarà e di quello a cui non posso ancora credere e non so poi davvero più come scriverlo, non so se so scriverlo o se esistono parole, o Dio, se esistono parole per dirlo, per far capire che date non sono solo date, che giorni non saranno solo giorni, perché domani,martedì e mercoledì non sono solo giorni, istanti, momenti, attese, sono vite. Intere vite bellissime, momenti in cui la vita si inchina alla bellezza e in cui il mondo è in grado di fermarsi. Non frenesia, solo bellezza. Attesa. Attendere, aspettare e sapere che, alla fine, alla fine, alla fine,c’è la sua musica. C’è il suo nuovo album, e mancano poche ore, non domani, che è troppo grande e lontano da noi, oggi, stasera, stanotte, a mezzanotte, e primo ascolto sarà e niente mai potrà eguagliare l’esperienza sublime e totale del primo ascolto. Dopo le canzoni diventano casa, diventano tornare a casa, diventano sorpresa ogni volta, diventano meraviglia che si rinnova, ma la prima volta è come nascere e rinascere, perché prima non c’è niente e poi d’improvviso c’è tutto. E dall’altra parte, e alla fine della strada, delle strade che percorreremo, con le gambe che vibrano e con i piedi che hanno le ali, c’è Ermal. Ho i brividi al corpo e all’anima, ho la pelle d’oca al cuore. Ermal, c’è Ermal. C’è Ermal. Non mi rendo conto. Io non mi renderò conto di ciò che sta succedendo, fino a quando non arriverà, non succederàe non mi troverò davanti a lui, cazzo, o Dio, a pochi metri da lui,insieme alle altre e agli altri, a pochi fortunati e non ci credo che poi è ancora vero ed è possibile, mercoledì 8 maggio, ore 21, live a Radio Subasio, Dio, urlo, live e io tra il pubblico, sto tremando. E devo ripetermelo, devo sentirlo, devo viverlo… E poi… E poi… E prima… E dopo… Martedì. Quasi inaspettato, inatteso, organizzato all’ultimo. E dall’altra parte non ci sarà solo la meraviglia incalcolabile della musica e sublime perfezione della sua anima, ci sarà Ermal,di persona, e ancora più vicino. Dio, molto vicino. Con lo stesso Cd sfiorato dalle tue mani e poi dalle sue, anche contemporaneamente, come morire e rivivere. E la foto, Dio,vi prego, non me ne frega un cazzo della foto in sé, ma mi frega nella misura in cui posso stargli più vicino e sapere che dovrei dirgli mille cose e pensare che potrei bloccarmi e non dire manco stavolta una sola parola se non ciao e grazie, forse, eppure va bene così. E io penso già dico questo e gli dico l’altro, e poi esprimo tutta la mia felicità e poi urlo quasi per la felicità, ma va bene tutto. Va bene anche restare in silenzio, parlare a malapena, con la gola chiusa dall’emozione. Va tutto bene, andrà talmente bene in ogni caso, che non importa cosa sarà, ma che sarà. E che io non posso raccontare ieri, la giornata di ieri, senza pensare a domani e senza sentire questa immensa, totale e perfetta sensazione di pienezza. Non c’è vuoto, non c’è più vuoto. La’ttesa è utile. La’ttesa è vibrante. E non sarebbe lo stesso, se non aspettassimo giorni e ore e se non avessimo aspettato mesi e anni questo momento. La’ttesa rende tutto ancora migliore e rende ciò che è di per sé incredibile assolutamente e perfettamente incredibile. Nel senso che non ci credo. E ci crederò solo quando sarà possibile. E dopo ci sarà solo il mondo in una sola parola, perché le parole sono grandi,perché il mondo è grande e perché io posso contenere il mondo ed espandere l’universo in un enorme e stratosferico grazie. Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie. Per dirlo, per scriverlo, per ripeterlo. Per crederci, per non crederci e per sapere che niente sarà mai come viverlo. Non sono vuota. Sono piena. E so che ieri abbiamo vissuto un sogno incredibile, a cui abbiamo cominciato a credere, che sentiamo incollarsi alla nostra anima e restare, e restarci, e rimanere nella memoria collettiva e dipingersi di istanti senza fine e senza confini. Un’attesa finita, un’attesa durata ascoltando canzoni e aspettando la sua voce. E l’inizio, l’inizio della storia del Primo maggio, com’è nata la festa, in memoria di operai che protestarono per i loro diritti nel 1886, e la voce di Ermal mette i brividi e la voce di Noemi segue, e ti lascia l’impressione di essere nato, poi, sì, di essere nata per questo. Per questo. Per trovarsi al suo cospetto. E l’urlo del pubblico. E il coinvolgimento travolgente della sua voce, del suo sorriso, della sua capacità incredibile di serietà e di divertimento, c’è chi non lo sapeva, ma noi lo sapevamo,perché Ermal è la più bella delle sorprese e la più incredibile delle conferme: sei. Stato. Perfetto. È. Stato. Perfetto. È stato veramente perfetto. Entusiasta, travolgente, carichissimo, che poi a un certo punto ha pure detto “io sto impazzendo !”, e non mi ricordo più manco il momento,so solo che il suo entusiasmo è spontaneo e bellissimo e ripete artisti,super artisti e che energia e ogni sua parola ci fa vibrare, ci fa tremare, cidà la misura del tempo e il contenitore della bellezza. Ermal è stato serio, molto, parlando di associazioni,di temi importanti, di sicurezza sul lavoro, ricordando uno dei troppi morti sul lavoro, l’ultimo in ordine di tempo, in Friuli e poi parla di malattie rare, e poi fa il suo incredibile discorso sull’istruzione, con il coraggio di dire ciò che io non ho mai sentito dire a nessun altro, probabilmente l’ho pensato molte volte, ma qualcuno l’ha reso voce: che l’istruzione è inclusiva quando sa dare a ognuno non gli stessi strumenti, ma a ognuno gli strumenti di cui ha bisogno, come per esempio a lui, quando la scuola ha saputo aspettarlo, dargli tempo; nel suo primo mese di scuola in Italia, non capiva niente, ha detto,,ma i professori parlavano più lentamente per dargli modo di prendere appunti e la sua scuola è stata “inclusiva quando ancora non si parlava della parola inclusione”. E poi ci sono altre due parole, uguaglianza ed equità. Perché è l’equità il vero valore su cui si deve fondare l’istruzione. L’equità di dare modo a tutti di fare a loro modo. Perché equità non è fare classi divise, ma unite. Perché non è equità consentire che uno studente lavori da un’altra parte per la sua disabilità. L’equità è dare a tutti la possibilità di farcela, perché non puoi chiedere “a un pesce di arrampicarsi su un albero”, ma ognuno può e deve istruirsi come può e come sa, senza esclusioni e senza discriminazioni. Ed Ermal ne ha parlato, in un modo che mi mette i brividi anche adesso. E ovviamente ho cominciato senza senso dal mezzo. Ed è bellissimo, tutto questo caos è bellissimo e tutto questo meraviglioso mondo che sento agitarsi e vibrare all’interno, tremare come onde cullanti e vibranti,o Dio, a proposito di onde, sto deragliando, sto perdendomi, sto galleggiando, andando alla deriva, dove andare alla deriva significa galleggiare e vibrare e mi si spalanca intorno l’universo e non mi ricordo, sì, mi ricordo che volevo descrivere la sensazione che provo, perché corro sulla tastiera e poi vado più lentamente:provo una sensazione incredibile di ordine disordinato. E il mio ordine disordinato mi porta all’esibizione di Ermal, al nuovo singolo, Dio,pure questa! Come se il mondo intero non bastasse! O non potesse bastarci tutto questo! E le miriadi di interviste e le miriadi di sorprese e la sua felicità quando parla di Fortuna ed è vero, avevamo intuito bene, nascerà a metà giugno e come non vediamo l’ora, o Dio, neanche nei sogni, neppure nei sogni vivevamo una cosa del genere! E per di più il nuovo singolo è “Mediterraneo”, esce in contemporaneo con il disco il 3 maggio, oh cazzo, non il 3 maggio, domani, stasera, stanotte… Lo ha cantato in anteprima ieri, o Dio, ed è incredibile! Io ho i brividi e non riesco a smettere di cantare al di sopra della musica che ho di sottofondo, ancora, di nuovo, vibrando, senza sapere ancora bene le parole, “Mediterraneo!”, e sto tipo urlando e cantando da ieri sera “Mediterraneo leggero come un volo di gabbiano tra nuvole d’agosto in questo sabato italiano”. E io non sono un’esperta di musica, ma questa canzone mi ha ricordato una sorta di travolgente e bellissima melodia quasi popolare, sì, davvero, trascinante, come se si potesse ballare e ballare con tutto ciò che il Mediterraneo rappresenta e può rappresentare, per potermi sentire pienamente tra le nuvole d’agosto, le piume di gabbiano, le speranze di ognuno, l’enormità di una distesa che a volte è leggera, della leggerezza che non significa non importante, significa solo che vola,che vibra e che rappresenta tutto ciò che è e che è stato:culla di culture e mondi, che culla a sua volta, luogo di viaggi, dove non servono le parole e bastano gli sguardi, sulle cui sponde possiamo ballare, ridere, scherzare, e ripetere “sei bellissima stasera”, ma anche quel luogo dove puoi tenere ciò che è per sempre, o puoi sapere di non avere niente, dove la vita è un mistero e poi magari non si sa neppure “se esistiamo”, dove ci sentiamo molto grandi e molto piccoli, e che a volte è solo “il vento che ci sputa in faccia le onde”,che può essere giocoso, ma anche doloroso, perché a volte è il luogo delle speranze trovate, altre volte di quelle viaggiate e poi di quelle negate. “Mediterraneo” è una canzone travolgente,per cui vorrei che esistesse la parola travolgenza, che non esiste davvero, ma l’ho inventata io a più riprese, perché, davanti al destino che non è scritto nella mano, ma è di fronte nell’immensità dell’orizzonte, scopro di potermi riconciliare con un mare che amo moltissimo e che a volte credo di odiare. Amo per un’infinità di motivi che non c’è bisogno di dirli,perché se ami, non c’è un vero motivo, ami e basta, senza sapere perché, (citazione di Ermal per altro), ma a volte lo odio,perché è tomba silenziosa di troppe persone. Ermal mi ha riconciliata con il Mediterraneo. E mi ha ricordato che il mare che amo è lo stesso. Che non è una contraddizione. Che non è un ossimoro. E questa canzone è solo una carezza, per poter ripetere “Mediterraneo leggero come piume di gabbiano, come nuvole d’agosto, come un sabato italiano” e anche “come fiori di campo”, per la spontaneità, per la leggerezza, per la dolcezza e forse per altri mille motivi. Qualsiasi cosa voglia dire e vogliamo dire, la possiamo trovare lì, nell’immensità e nella bellezza travolgente della canzone, per ballarla e saltarla e sentirla, come immaginare di sentirla sparata a tutto volume nelle orecchie sulle spiagge di quello stesso Mediterraneo,che si può chiamare in mille modi, ma è il mare che noi amiamo,e noi sentiamo che ci facciamo accarezzare, oggi l’ho capito che è la stessa cosa e che non è giusto rifiutarlo o poi odiarlo, perché sa essere crudele, ma è e sarà sempre il mare, tutto e per di più pure il mare che ci ha portato Ermal. E realizza quelle speranze, che a volte sono davvero possibili, in viaggi che non finiscono mai,perché il Mediterraneo, ha detto Ermal, cambia a seconda degli occhi che lo guardano e adesso,qui, con questa canzone, ho l’impressione che possiamo vederlo in tutti i modi in cui l’umanità lo scopre. Non c’è tristezza in questa canzone, c’è solo leggerezza, dove la leggerezza non è lieve superficie, ma carezza profonda e soave e vibrante, addosso alla pelle e accanto al cuore. C’è la gioia, c’è la sensazione che mi riconcilia con il Mediterraneo e mi trasporta davanti alla purezza di quelle nuvole d’agosto, chiare, limpide, illuminate dal sole, perché forse la vita non è perfetta, ma, in questi momenti,penso proprio che lo sia e che la perfezione esista. E prima “L’unico pericolo”, e dal vivo mi provoca sempre una vibrazione incredibile, come se, un po’ come tutte, ma in modo particolare, fosse nata per questo, per essere cantata dal vivo,e poi è pure una cosa stupida da dire, è sempre vero, ma vibra in un modo incredibile e quando riascolti l’esibizione non smette di vibrare, e “Piccola anima”, intramontabile, insostituibile, incredibile, a cantarla tutti insieme da sentire la voce spezzarsi e le lacrime che partono come le prime note e restano pienissime, totali, in un coro perfetto e armonico, perché “piccola anima, tu non sei per niente piccola”. “Non siete per niente piccoli! Nessuno di voi è piccolo!”, lo dice, lo urla, saluta. E alla fine di questo giorno incredibile resta tutto. Resta l’esibizione. Resta il coro. Resta tutta la sua capacità incredibile di presentare ogni artista. Restano i versi dedicati a Noemi “Noemi, Noemi, perché sei tu Noemi? Ferma questa pioggia, dirada queste nuvole, riempi (o qualcosa di simile, con il casino non si capiva bene) questo cielo con il rosso che ti appartiene”. Restano tutte le presentazioni degli artisti, perché come legge le parole che hanno scritto i vari cantanti non lo fa nessuno. Restano tutti gli annunci condivisi con Noemi e con Bigmama, fantastici, davvero, un supertrio che ha spaccato del brutto. Restano le parole de “La guerra di Piero” di Fabrizio Deandré, recitate da Ermal e Noemi, con l’accompagnamento bellissimo della musica, per dire con forza e con fermezza no alla guerra e sempre insieme per la pace. Restano tutti gli interventi importanti. Restano le parole di Ermal e poi di Noemi per un musicista iraniano condannato a morte perché si è schierato in difesa dei diritti delle donne del suo paese e resta l’enorme “no!” fatto urlare al pubblico. Resta Ermal che travolge, resta Ermal che coinvolge, resta Ermal che può benissimo condurre qualsiasi cosa. E poi resta… Be’ resta un momento iconico dell’inizio, perché ho provato a raccontare in qualche modo il dopo, l’esibizione, quello che sta in mezzo e l’immensa e bellissima follia di seguire ore di concertone per ascoltare la sua voce e ne vale la pena… Ma quel momento è iconico ed è già entrato negli annali del concertone, che noi conosciamo e il resto del mondo ha contemplato ancora la sua bellezza e la sua grandezza: piove. No, non piove, diluvia. E tanto,e tantissimo, si apre il concertone, si annunciano i primi artisti, ma è un casino. È tutto bagnato. Ed Ermal se ne esce, tra l’altro con “poteva anche nevicare!”, e la prima risata all’unisono del pubblico. Attimi di smarrimento. Ed Ermal che esce sul palco, spiegando che i problemi tecnici sono più gravi del previsto e ci vuole un po’, ma intanto può suonare la chitarra acustica “che è la sola cosa che funziona” e intonare tutti insieme una preghiera. Sto tremando. Il cielo butta giù una pioggia assurda, tutti gli ombrelli aperti, il suono lievissimo e bellissimo della chitarra acustica di Ermal e l’impressione di sapere già che canzone canterà ed è di nuovo la sua versione, un’altra delle sue versioni incredibili di “Hallelujah” di Leonard Cohen e la sua voce ripara tutto, accarezza tutto, cura ogni istante e la folla che canta con lui e poi esplode in un boato, mentre la voce si innalza nel ritornello: ha smesso di piovere. Davvero, è successo sul serio, diluviava, Ermal a cantato e ha fatto uscire il sole, come se il cielo lo avesse ascoltato e, io l’ho scritto e altri l’hanno detto, perché lui è il sole ed è il nostro sole e io, qui, stamattina, con la pienezza di ciò che è stato e resterà e con la pienezza di ciò che sarà e sarà incredibile, posso solo confermare la realtà e la nostra realtà, da sei anni e insieme da tutta la vita: Ermal è il nostro sole e noi benediamo anche la pioggia per avercelo fatto incontrare.

© Arianna Frappini,

Fan di Ermal Meta

Riproduzione riservata

Fonti:

Social

Varie interviste di Ermal Meta

Concerto del Primo maggio del 1 maggio 2024 in diretta su Rai 3

Citazione libera da “Bob Marley” di Ermal Meta

“Hallelujah” di Leonard Cohen cantata da Ermal Meta

“La guerra di Piero” di Fabrizio Deandré recitata da Ermal Meta e Noemi

“L’unico pericolo”, “Piccola anima” (feat Elisa) e “Mediterraneo” di Ermal Meta

Foto dai social

Ermal condurrà il Primo maggio insieme a Noemi: un sogno che ci riempie di orgoglio

Sono giorni di grande fermento in casa lupi di Ermal, giorni che aspettavamo, giorni che sognavamo, giorni che viviamo appieno, con il cuore stracolmo di bellezza, di anticipazioni incredibili e di vibrazioni meravigliose, di un’attesa che ormai ha una data e si accorcia sempre di più, perché ogni giorno ci avvicina di più al momento e ogni respiro ci accosta più a ciò che vivremo, a ciò che ascolteremo, a ciò che scopriremo lentamente e ameremo in un istante. “Buona fortuna”, il nuovo disco, è ormai in arrivo, è quasi qui, già vicino al cuore, che amiamo già scoprendo piano piano, un dettaglio alla volta, un tassello alla volta, un passo alla volta e la consapevolezza di essere incredibilmente fortunati, meravigliosamente felici e straordinariamente orgogliosi. Perché sarà il quinto album del nostro Ermal e perché,a suo dire, sarà il più bello, che occupa un posto speciale per lui e quindi anche per noi, un album importante dal punto di vista emotivo, meraviglioso, adorabile, che già vibra e ci fa vibrare, che già trema di bellezza e già ci fa tremare di emozione. Una sorta di talismano, lo ha definito Ermal,a cui sono legati dodici simboli che rappresentano le dodici canzoni e non vede l’ora di spiegarci ogni cosa, di farci sentire ogni canzone, di dare un significato meraviglioso ai bellissimi simboli che circondano la balena bianca della copertina che è già diventata un altro simbolo per noi, e così scopriamo i simboli legati e i numeri delle due tracce che conosciamo: 3 e libellula, questa la sapevamo dalla copertina del singolo in questione, per “L’unico pericolo” e 9 e le mani per “Male più non fare”. E il resto dei titoli, gli altri dieci sono scritti e poi cancellati, non è il momento di svelare la tracklist, ma arriverà. Ogni momento arriverà. E ogni istante ci rimarrà impresso sul cuore. Un cuore traboccante di meraviglia, un cuore traboccante di bellezza, un cuore traboccante di estasi. Cuori traboccanti di orgoglio, di attesa, di emozione, un’emozione senza parole, un’emozione che si nutre con il silenzio e con la musica, un’emozione che ci pervade ogni angolo dell’anima, un’emozione che ci dilata l’universo e ci fa contenere l’infinito. Cuori in cui c’è posto per tutta la bellezza che ci vorrà ancora donare e che vorrà condividere ancora con noi. Non potremo essere più felici di così, non è possibile proprio, più pieni, più colmi, più fortunati, più grati di così. E seguiamo Ermal, e i suoi commoventi auguri alla nonna, che ancora ci bagnano gli occhi,e gli auguri ai colleghi e amici,prima ad Andrea Vigentini, suo chitarrista e corista negli anni scorsi, a cui assicura che ci saranno altre avventure insieme, poi a Bizio,che ovviamente è il caro Fabrizio Moro. E poi… Di colpo, un giorno reso già speciale per l’atmosfera vibrante in casa lupi di Ermal ci insegna che alla bellezza non c’è mai fine e che all’emozione non c’è mai nessun confine invalicabile. E che, sì, sì, sì, si può essere ancora più felici,si può essere più emozionati, si può essere più fortunati, si può essere più grati. Si può essere di più. Eravamo già incontenibilmente e inesprimibilmente felici, adesso siamo ancora di più incontenibilmente e indescrivibilmente felici, Hanno ragione i lupi, ancora una volta, che traducono sempre le emozioni di tutti nel modo più meraviglioso e affettuoso possibile, che la nostra felicità non si può esprimere e, qui, oggi, ieri, sempre, non si può esprimere neppure l’orgoglio. Forse davvero non bastano le parole. E forse davvero non bastano queste parole. Basta il nostro silenzio. Bastano le lacrime silenziose che ci hanno decorato gli occhi. E basta un grazie enorme, che si espande dal cuore e colma ogni angolo. Ermal, noi siamo felici, come solo tu ci sai rendere felici e, tanto, tantissimo, immensamente, carissimo Ermal, immensamente orgogliosi di te. È il mese del tuo compleanno, è il mese che precede l’uscita del disco, è il mese in cui aspettiamo insieme a te, è il mese che precede il grande concerto di Una nessuna centomila all’arena di Verona in cui ci sei ospite anche tu. E non lo sapevamo, Ermal, ma è il mese che precede un altro evento ancora e un giorno potenzialmente incredibile è diventato ancora più realisticamente incancellabile. Era nell’aria da subito, ore 12.25, un’e-mail dei lupi ai tesserati e poi un avviso su Facebook, un super annuncio di Ermal al TG1 delle 20, cambiato poi nel TG3 delle 19, ma poco importa poi il luogo, l’orario, se l’abbiamo visto in diretta, in differita, sui Social o sulla T.V, l’importante è che eravamo in attesa,in trepidante attesa, senza poter immaginare, provando a pensare, sentendo il mondo vibrare e sapendo che non vedevamo l’ora qualsiasi cosa fosse… Ma non sognavamo questo neppure nei sogni più belli. Non ci pensavamo, non che non lo ritenevamo possibile, lo abbiamo sempre ritenuto possibile, ma era davvero troppo troppo troppo bello per essere vero. E invece è vero. È reale, incredibile ed è riuscito a scompigliarci i pensieri ancora una volta, a obbligarci a fermarci nella nostra corsa, per trovare il tempo di non pensare ad altro se non alle parole che ci si formano nella mente, un dettaglio dopo l’altro,perché è questa la verità e perché noi siamo e saremo allora e per sempre inesprimibilmente felici: Ermal condurrà il primo maggio. Ermal. Condurrà. Il. Concertone. Ermal condurrà il concertone! Primo maggio, Roma, che abbiamo seguito più di una volta con lui che cantava, che abbiamo atteso,che abbiamo sentito,che ci siamo emozionati. Ermal condurrà il concertone! E poi i dettagli, e sarà al Circo Massimo invece che in Piazza San Giovanni e sarà affiancato da Noemi e nell’anteprima ci sarà Bigmama… Ermal e Noemi saranno i conduttori del concertone. Senza parole. Davvero senza parole. E non so come,cosa, dove, ma ho voluto scrivere questo articolo il giorno dopo dell’annuncio, ieri era il 12 oggi è il 13 e io ho voluto fermare questi istanti, o no, non fermarli, perché scorrono meravigliosamente da soli, ma ricordarli, tenerli, metterli in scrittura, perché è il posto più importante per me e perché, cazzo, cazzo, sono davvero senza parole stavolta. Da qualche parte potevamo sognarlo, ma non potevamo, Dio, non potevamo e non possiamo ancora crederci! Lo ritenevamo di sicuro possibile, ma chi ci pensava e ce l’ha fatta, di nuovo, ci ha sorpresi, ci ha sorpresi in un modo meraviglioso, in un modo incredibile, in un modo che posso dirla in un solo modo, e con queste parole, e sentendo ancora la fortuna e sentendo ancora la gratitudine, e sentendo ancora l’orgoglio, ma alla fine possiamo parlare davvero solo con le lacrime. Perché io avevo davvero le lacrime agli occhi, perché è una sorpresa incredibile, perché non so cosa ci rende più felici e orgogliosi, se Ermal che conduce, se Ermal che ha un ruolo che si merita, se tutte quelle ore, cazzo,tutte quelle ore con Ermal, che lo seguiamo in T.V o qualcuno dal vivo, non importa come e non importa dove,l’importante è che, in qualsiasi modo sia possibile, noi ci saremo, noi ci siamo,siamo qui e ci siamo in un modo emozionante, totale, commovente e incredibile fieri di lui,di seguirlo, di saperlo e di sentire quanto sarà incredibile ci si spalanca il mondo, ecco perché c’erano foto con Noemi un po’ di tempo fa, e sarà un’accoppiata incredibile, se la caveranno benissimo, ne sono sicura e saranno fantastici, perché Ermal lo è, è meraviglioso, perché sa fare tantissime cose,perché sarà un conduttore incredibile, perché è un esperto incredibile di musica, perché è capace di tenere il pubblico come nessun altro, di far emozionare e di far divertire in poco spazio e tutte quelle ore ad ascoltarlo è un sogno che non sapevamo di avere,o che sapevamo di avere, ma è stato incredibile, bellissimo, meraviglioso e incancellabile lasciarci sorprendere ancora.

© Arianna Frappini,

Fan di Ermal Meta

Riproduzione riservata

Fonti:

Social dell’Artista

Social dei fan

Social del Primo maggio

“Buona fortuna” album di Ermal Meta

“L’unico pericolo” e “Male più non fare” (feat Jake La Furia) di Ermal Meta

Foto dai Social

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