Tra Torino, Macerata e i Social: sogni che arrivano, emozioni che restano

Non ci credo. È passata più di una settimana, eppure io non ci credo. Non ci credo ancora. E ancora non posso realizzare pienamente il sogno che accadrà il prossimo mese. Giugno. Inizia l’estate, inizia un sogno. Inizia, e vive un sogno. Vivo un sogno. Viviamo un sogno. E, con la mente sono già lì. Non ho la più pallida idea di come siano fatti i posti. Ho solo le indicazioni sui biglietti. Ma mi vedo, nella mia testa, così. Seduta sulle gradinate, sedile o scalini che siano,e i piedi appoggiati su quel meraviglioso terreno sospeso in aria, sotto la gente, sopra la gente, intorno la gente, ovunque la gente. Una marea di gente, un oceano di gente. Il cielo sopra. Ci sono le stelle. Ci sarà la luna. Il vento che accarezza i capelli. Una magia acustica. Lo ha detto Ermal, quando ci ha suonato altre volte. E io l’ho sentito, sempre dalle dirette, e ho sempre creduto alle sue parole. Ho avvertito quella magia, ho sentito la musica espandersi, la musica in ogni pietra, la musica in ogni angolo, la musica in ogni spazio di vento. E ora… Ora non immaginazione, non magia a distanza, non solo trovare riscontro dalle dirette nella musica che suona e nella sua voce che vibra in modo diverso. Stavolta… Stavolta… Stavolta dal vivo… Dal vivo. Ho già le lacrime agli occhi, forse comincio a crederci. Non so dire quanto sono felice, forse so scriverlo, posso scriverlo. Sono felice. Io. Sono. Felice. Sono così felice! Non ho resistito, per fortuna non ho resistito. Un bisogno, un richiamo, un sogno. Questo mese è ancora bellissimo, ci sono tante cose bellissime, dolcissime, commoventi, cose che restano, emozioni che viviamo, sogni che arrivano, ci arrivano addosso e incontro, come meravigliose onde che accarezzano le nostre spiagge e ci riescono a far sognare, ovunque ci troviamo, in qualsiasi momento siamo e qualsiasi sia il nostro umore, sogniamo. Viviamo, ascoltiamo. Vediamo. Carezze, musica in arrivo. Ermal è intensamente in studio, e la nuova musica arriverà presto, con l’impressione che si avvicinerà sempre di più e sarà, quando arriverà, un sogno incredibile. E tante altre sorprese meravigliose. E quella copertina dell’inserto culturale, La lettura delle ragazze e dei ragazzi, del Corriere della Sera del 21 maggio firmato Ermal e Rinald Meta, con una splendida opera di Rinald, il fratello di Ermal, che è un vero artista e stavolta si supera disegnando una mano sostenuta da altre mani, in modo dettagliato e stupendo, con un tocco unico e con la frase di Ermal che suggella tutto: “Le cose importanti ci vengono donate una volta, come vita, come terra. Prendiamocene cura. In alto futuro”. In alto futuro. Lo esaltano insieme, lo disegna uno, lo traduce in parole l’altro. Lo accompagnano, lo raccontano, ce lo regalano, sulla carta, in una copertina tutta da vivere, da sentire sotto le dita, da vivere davanti agli occhi, da avvertire contro il cuore. E tante altre cose meravigliose, che di sicuro ricordiamo, di cui di sicuro parleremo, che di sicuro avvertiremo contro la pelle che vibra, vibra dentro, vibra fuori. Ma… ma io sono ferma lì. Sono bloccata all’istante in cui ero al computer, prendo il cellulare per caso,così, quasi soprappensiero, scorro, apro… Ermal tweeta, anzi retwetta il post di Musicultura, il festival di musica di Macerata, che avviene in quel meraviglioso angolo dello Sferisterio di Macerata, due serate, un link che apro, il cuore in gola e l’attesa che sale, c’è qualcosa, già c’è qualcosa nell’aria, già vive qualcosa sotto le dita sotto le quali scorrono le informazioni: venerdì 23 giugno e sabato 24 giugno, le due serate conclusive, in cui si esibiscono otto artisti giovani, alla fine di sabato, ci sarà un vincitore che avrà un premio di 20.000 € e ci saranno diversi ospiti. Nomi, nomi della musica, Fabio Concato, Paola Turci, Dardust… Ermal. Ermal Meta. Il suo nome, nel titolo, il suo nome nel post. Il suo nome tra gli ospiti alla finalissima. Sabato 24 giugno 2023. Ore 21. Sferisterio di Macerata. Ho già deciso. Il cuore ha già deciso. E mi ha colmata la tentazione. Una tentazione che è salita, una tentazione che è divenuta realtà, una tentazione che si è realizzata, nel silenzio di un cuore e nell’urlo che ha lanciato la mia anima. Lo condivido, sui nostri gruppi. Ci andiamo? Scrivo. E sento la voglia di prenderli quei biglietti, il bisogno di stringerli ancora, di viverli ancora. Di andarci. È troppo vicino. E ho troppo bisogno. E, intanto che mamma mi accorda la cosa io… Io compro i biglietti. Un’ora intensa. Di quell’attesa che sale, di quella meraviglia che vive. Perché le cose semplici non le vogliamo. Perché sia mai che si riescono a comprare subito. VivaTicket. Computer, cellulare, computer, cellulare, in breve tempo e, alla fine… Alla fine, ci riesco. Sul Web del cellulare. Li compro. Compro i biglietti. Succede tutto in un attimo. In un’ora. In una mattina. Scritta a caratteri cubitali sul cuore. Me lo ricordo, mi ricordo le ore che mi sono passate sotto le dita e il giorno che mi attraversava, facendomi vibrare. Mercoledì 24 maggio 2023, tra mezzogiorno e le una. Ricordo questo orario, costante, le 12.15, la data dell’inizio, l’ora di un altro sogno… Ermal… Ermal come ospite… Canterà due o tre canzoni… Venti minuti… Forse molto tardi…. Ma cosa importa? Una vita attenderei, ore intere aspetterei, per un secondo, non solo per venti minuti. Ermal. Dal vivo. La sua musica dal vivo. Lui di nuovo nella stessa stanza. Lui di nuovo davanti a noi. La sua voce di nuovo intorno ad abbracciarmi. Ad abbracciarci. Settore oro (io avrei preso il platino, ma non me lo ha selezionato, forse non c’erano due posti vicini) fila 3, posto 23 e posto 25. Su un’e-mail che non apro da tanto tempo, li prendo, li salvo, poi li stamperò. Li sento. Lo scrivo. Il passo fatto. Il sogno realizzato. Il bisogno di condividerlo. L’incredulità di dirlo. E l’urlo di scriverlo: da ho la tentazione di prendere i biglietti a ho preso i biglietti è un attimo… Alla fine i biglietti li ho presi… Gli hashtag non rendono l’idea. Forse non bastano. O forse provano a dirlo. Non sono titoli, sono scritte di emozioni, per costruire un sogno, a cui sto ancora credendo. #Musicultura #Sferisterio #Ermaldalvivo. Ed è tutto qui, tutto in questa frase che scorre sotto le dita e davanti alle palpebre: #Ermaldalvivo. E #ditemicheevero. Sì, ditemi che è vero. Perché non ci credo ancora. Ditemi che questo è un sogno. Ma ditemi che è un sogno vero. Ditemi che non sto sognando, o sì, sì, ditemelo,ditemi che sto sognando, a occhi aperti,a orecchie spalancate, ad anima spiegata, a cuore esultante. Ditemelo, ditemi che è un sogno che arriva,che sono emozioni che restano. E che… E che rivedrò Ermal dal vivo. Dopo quasi un anno dall’ultimo concerto, dopo sei mesi dal raduno, rivedrò Ermal. Rivedrò Ermal. C’è la data. La data che ci è venuta a mancare, per esigenze imprescindibili. La data dopo l’annullamento del tour, tanto doloroso quanto necessario e comprensibile. C’è. Per me la data c’è. Sono pronta. Pronta a tutto. La musica dal vivo me l’ha fatta scoprire. Ascolteremo otto artisti, di sicuro Dardust, poi forse altri ospiti, per ascoltare Ermal. Per vivere ogni istante, cercare di godersi l’attesa ed essere proiettata lì, veramente lì, lì, con l’emozione di sentirlo, di attenderlo, di condividere con lui il tempo sospeso della musica. Ne avevo bisogno. Bisogno come l’aria. Bisogno come il respiro. Bisogno come il sole. Ne avevo bisogno. E lo dico nel mio mezzo, il mio mezzo che è respirare, lo scrivo, così ci credo, lo condivido nello spazio di emozioni che restano,di sogni che arrivano, di bellezze che ritornano e di incanti che non ci hanno mai abbandonati e lasciati soli: Ermal dal vivo. Ermal dal vivo. La sua musica. Come un bisogno. Come una carezza. Come un abbraccio. Ermal dal vivo. Ermal dal vivo. Ermal dal vivo. Ermal dal vivo. Come faccio a crederci? Come faccio a non crederci? Non ci credo e ci credo insieme, mi espando, mi sento esultare, sono un tutt’uno con racconti,con emozioni, con parole altrui. Una di noi, Stefania, ci scrive che è andata a vedere lo spettacolo di Checco Zalone a Perugia e,nel pubblico, davanti a lei, c’era anche Ermal, c’erano Ermal e Chiara con due amici. Incredibile, e io la sento, la immagino l’emozione di averlo vicino, a pochi passi, e io non sarei riuscita a pensare ad altro che a questo, a sentire altro che quell’emozione vibrante e avrebbe reso una serata talmente incredibile e talmente meritevole di essere vissuta da fare fatica a trovare le parole e il fiato e da sentire la felicità, mentre scrivo che meraviglia, mentre dico dai racconta, mentre dico wow, mentre non so cosa scrivo, ma so che sono felice. Per lei, per me. per tutti quelli a cui succederà, almeno una volta, di ascoltare, di vedere, di vivere Ermal dal vivo. Di ascoltarlo cantare una volta, di sentirlo parlare un istante. Basta un secondo, per una vita. Basta un istante, per l’attesa di mesi. Basta il pensiero, per farmi sognare. Ecco cosa mi serviva. Una data. Un obiettivo. È così vicino, è così vibrante. Comincerò a fare il conto alla rovescia. Il mese di giugno per me sarà sole. sarà estate a prescindere, sarà un mese da vivere nell’attesa, che non vedrò l’ora che passi, perché il 24 è lì, è qui, che mi aspetta,che ci aspetta. Io e mamma e chiunque altro si unirà a noi. Se non ci sarà nessun altro che conosciamo, lo vivremo noi due. Lo vivrò io, circondata di gente, il palco, la serata davanti, presenta Flavio Insinna, si esibiscono diversi cantanti e poi arriverà… Lo so, quasi per ultimo, forse proprio per ultimo, ma va bene. Va bene così. Urlo, ho solo voglia di urlare, di festeggiare, di non fermarmi mai a esultare. E di continuare a scrivere,a caratteri cubitali, Macerata. Un’altra città nel cuore. Una città che conosco, in cui sono stata un paio di volte e che ora sarà nelle città della musica, della musica dal vivo, speciale perché è la prima del 2023, perché non pensavo di averla presto una data, in attesa del futuro tour, ma c’è. È arrivata inattesa, improvvisa, è arrivata e l’ho presa. È un’ospitata e non è un suo concerto e basta? Cosa importa? Ermal canterà, e a me basta un istante. Attendere un mese, per pochi minuti. Quei pochi minuti sono sufficienti. Sufficienti per rimettere insieme i pezzi e per risentirmi di nuovo ricomposta nel cuore. Come due o tre sedute dallo psicologo, ho detto sorridendo, ma non scherzo. È la verità. È carezza, è effetto benefico, è luce. Un lago infinito di luce. E una carezza incredibile di bellezza. Questa è la bellezza, questa è la felicità, questa è la vita. Questa è vita. Questa estate, questo articolo, questo concerto. Questa è vita. Sdraiata a sognare. Sdraiata ad aspettare. Sdraiata ad ascoltare l’intervista di Ermal, che non ho potuto vedere in diretta, perché l’ho saputo dopo che c’era stata la diretta, giovedì 18 maggio 2023, ore 15.30, sala Oro, Salone Internazionale del Libro di Torino, è incredibile… Incredibile, anche se l’audio a volte non si sente… Incredibile ascoltare le sue parole negli applausi… Incredibile vivere ogni istante e pensare che dura sempre troppo poco e ancora “Domani e per sempre” e non basta mai, non ci si stanca mai, è una carezza ogni volta. Ermal intervistato da Sara Chiappori e introdotto da una splendida Elva Margariti, ministra della cultura albanese, che parla un italiano semplicemente perfetto e scorrevole, ha ricevuto i complimenti da parte di tutti, anzitutto da Ermal, e anche io intendo omaggiare la sua lingua fluidissima e le sue parole commosse. Ha ragione lei, Ermal è un ponte, orgoglio albanese, orgoglio italiano, perché siamo due nazioni che abbiamo in comune moltissimo, nelle radici e nel futuro, e possiamo avere sempre più in comune. Ed Ermal che racconta, racconta,come solo lui sa raccontare, la storia dell’Albania, quell’incantevole storia dell’eroe nazionale albanese, Scanderbeg, rapito dai turchi da piccolo, diventato un importante elemento dell’esercito ottomano, senza aver mai dimenticato la sua terra, e a un certo punto tradisce l’esercito di cui fa parte per tornare in Albania, a difenderla, e la difende per anni, perché gli ottomani non riusciranno a conquistarla, se non dopo la sua morte e, quando accadrà, la punizione sarà terribile e implacabile: i turchi saranno con gli albanesi più duri che nei confronti di tutti gli altri popoli delle terre conquistate, a causa del fatto che si sentono traditi. E la lingua albanese ha dovuto affrontare molte traversie, trasmessa oralmente, resistita nei secoli con una perseveranza senza fine, nonostante le invasioni, e un certo contributo a questo l’ha dato la comunità arbëreshë dell’Italia meridionale, ed Ermal dice che capisce cosa dicono gli arbëreshë. E con il sorriso, poi, racconta di come è arrivato in Italia, degli episodi della sua adolescenza e della sua vita, del fatto che, quando poi cominci a sognare in una lingua, significa che quella lingua è diventata la tua, l’hai interiorizzata, l’hai sentita, ti è entrata dentro. E lui ha cominciato, a un certo punto, a sognare in italiano. E l’albanese non lo ha dimenticato, ma,quando è tornato in Albania negli ultimi anni con i concerti, gli hanno detto che lo parlava bene, ma era una lingua da vecchi, più tipica di vari decenni prima. E per forza, ha detto, se ne è andato a tredici anni e lo ha imparato dalla nonna, e la lingua della nonna è sicuramente di un tempo un po’ diverso. E di nuovo ci fa rendere conto quanto è preziosa la libertà, con il racconto di una dittatura che ha cercato di piegare gli albanesi, ma non ha mai potuto spezzarli. C’è bisogno di sapere sempre di più, oltre ciò che hanno visto tutti, albanesi in fuga su navi che arrivano in Italia, ci si dovrebbe chiedere perché, Ermal risponde, con le parole e con il libro. C’è una situazione difficile, c’è l’apertura dopo quarant’anni e più di dittatura e c’è la possibilità ,anche se è ancora tutto molto duro, di immaginare un futuro che in dittatura non si poteva neppure sfiorare. E anche Elva Margariti ci parla di ciò che l’Italia era per gli albanesi, era qualcosa di altro, di superiore, di incredibile, di libero, ed era illegale sincronizzarsi sui canali italiani, era quel futuro difficile da raggiungere e poi, finalmente, si sono incontrati. E si sono scoperti uguali. Due popoli,due nazioni,che hanno avuto molto da condividere e che avranno ancora molto da scambiarsi, da darsi, da conoscersi, e l’Albania può essere scoperta dall’Italia e l’Italia dall’Albania, anche qui, anche così, con un abbraccio, con la musica, con le parole, con un capolavoro: “Domani e per sempre” compie un anno il giorno dopo, il 19 maggio, e siamo tutti lì, a dirlo, a ricordarlo, anche Ermal, e spiccherà ancora il volo e arriverà in tante altre nazioni presto e ancora prima di quanto pensiamo. “Domani e per sempre” compie un anno e noi siamo qui a sognare,a commuoverci, a sentirlo e ad amarlo tanto come il primo giorno in cui l’ho subito comprato e iniziato a leggere, che emozione, il tempo che si sospende, in quei quattro giorni, lo leggo e l’ho riletto altre due volte, tre volte in totale e lo rileggerei altre mille. “Domani e per sempre”, la storia di Kajan, la storia di un popolo, la storia dell’Europa, la storia oltreoceano, la storia di una vita, la storia della musica, la storia di come la pace può e deve esserci, perché Kajan scoprirà il talento della sua vita grazie a quello che,per la divisa che indossa, dovrebbe essere un nemico,un disertore tedesco, Cornelius. E come racconta Ermal quell’incontro, questo incontro, come si trovano, com’è incredibile la storia e come possono essere incredibili le storie nella storia. E ci parla anche di come Betim, il nonno di Kajan, è là, con quel forcone in mano e cerca un motivo per uccidere Cornelius, che ha la divisa tedesca, ma non lo trova, non lo fa e non se ne pentirà. Lo accoglie come un altro figlio. E, mentre Ermal racconta e dice sorridendo che lo invidia Kajan per la sua bravura al pianoforte, nella testa mi scorrono immagini ed è come se sfogliassimo ancora le pagine, pagine cartacee, pagine digitali, pagine di sogno. E “Domani e per sempre”, come ne parla. e come dice, ancora e ogni volta è un colpo al cuore e un’emozione senza intravedere la fine delle lacrime, un debito d’amore e di riconoscenza alla sua terra d’origine, un omaggio all’Albania, che si sente in colpa di aver lasciato e nella quale affondano le sue radici. Ed Ermal è al Salone del Libro, ad aprire la rassegna letteraria di Albania paese ospite, è lì da italiano, da albanese, da albanese e da italiano, perché è entrambi interamente, perché ama due nazioni, perché, ancora una volta, in tutti i sogni che ci ha fatto vivere in questi minuti che sono sempre troppo pochi e in tutte le emozioni che ci resteranno appiccicate sulla pelle, mentre le nostre anime sono accarezzate nel passato, si cullano nel presente e vivranno cose incredibili nel futuro, è riuscito ad avvicinarle, ad unirle e ad abbracciarle di un altro passo in più.

© Arianna Frappini,

Fan di Ermal Meta

Riproduzione riservata

Fonti:

Varie interviste di Ermal Meta

Social dell’Artista

Social dei fan

Diretta La nave di Teseo del 18 maggio 2023

Copertina La lettura delle ragazze e dei ragazzi, Corriere della Sera, 21 maggio 2023 di Ermal e Rinald Meta

“Domani e per sempre”, Ermal Meta, La nave di Teseo, Milano, 19 maggio 2022, ISBN: 9788834609859

Foto dai Social

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